Perchè digitale
Questa è la domanda che viene in mente quando si pensa ai moderni segnali digitali paragonandoli al piu' classico segnale analogico usato dai radioamatori, la fonia per intenderci. Ci sono molti motivi per scegliere tecnologie digitali invece di analogiche. I segnali analogici hanno prima di tutto una caratteristca indesiderabile: il rumore. L'uso dei segnali digitali invece permette la rilevazione e la correzione degli errori causati dal rumore. Qualsiasi segnale analogico può essere convertito in
digitale e viceversa, per cui è possibile manipolare i segnali analogici sfruttando tutte le caratteristiche dei segnali digitali. Il vantaggio è lampante ed innegabile; è come confrontare un disco al vinile 33 giri ed un compact disk.
Il principio fondamentale dell'elettronica digitale è che un dispositivo deve avere un numero finito di stati. Nei sistemi digitali binari esistono solo due stati discreti, rappresentati dai numeri 0 e 1 nell'aritmetica binaria.
L'unità elementare di un segnale binario viene chiamata bit e può assumere soltanto i due valori di 0 e di 1; può anche essere rappresentato dai livelli basso (OFF) e
alto (ON) dell'elettronica digitale binaria o dai segnali di mark e di space delle trasmissioni digitali.
All'interno di un dispositivo elettronico normalmente l'informazione digitale viene maneggiata carattere per carattere, cioè vengono inviati e ricevuti in parallelo più bit alla volta. Si parla normalmente di byte (8 bit) o di word (16 bit), quindi di 8 o 16 conduttori separati che vengono utilizzati per manipolare l'informazione. Quando invece si richiede l'invio dell'informazione su lunghe distanze, l'utilizzo di 8 conduttori ovvero di 8 canali di comunicazione risulta troppo costoso.
Viene allora usata la trasmissione seriale: i bit vengono inviati uno alla volta, in una sequenza prestabilita, utilizzando un solo canale o conduttore.
Vengono così ridotti drasticamente i costi dei cablaggi e la complessità circuitale.
L'interfacciamento tra dispositivi digitali segue ovviamente delle regole per evitare il proliferare di interfacce non compatibili tra loro: vengono seguiti gli standard internazionali dettati all'uopo da alcuni enti come il CCITT (Comitato Consultivo Internazionale Telegrafico e Telefonico) o l'EIA (Electronic Industries Association), che sono conosciuti rispettivamente per le raccomandazioni V.32, V.24, ecc. e per lo standard RS 232.
Il primo esempio di informazione digitale serializzata può essere considerato il codice Morse (vedi anche interessanti notizie sulla telegrafia).
Il secondo esempio può invece essere considerato il Codice Baudot; è il primo codice effettivamente usato per la comunicazione di dati tra macchine, le telescriventi. Utilizza cinque impulsi (bit) per rappresentare alfabeto, numeri, simboli e funzioni particolari della macchina. Siccome le combinazioni possibili usando 5 bit risultano essere 32 e non sono sufficienti per rappresentare lettere e numeri, si utilizza ogni codice due volte: una volta per i caratteri lettera ed una volta per i caratteri figura; due caratteri speciali vengono poi impiegati per indicare se i caratteri seguenti appartengono alle lettere o alle figure. In questo modo è possibile rappresentare 64 caratteri.
Il Codice Baudot non rappresenta invero la miglior soluzione per il trasferimento di informazioni digitali tra computer. Si è fatto strada invece un altro codice, il codice ASCII (American
National Standard Code for Information Interchange), un insieme di caratteri particolarmente dedicato ai sistemi che elaborano l'informazione e ai sistemi di comunicazione digitale. Il codice ASCII utilizza 7 bit per rappresentare lettere, numeri, simboli e caratteri di
controllo, per un totale di 127 caratteri. A differenza del codice Morse e del Baudot permette l'uso delle lettere minuscole e maiuscole.
Unità di misura della velocità di trasmissione è il Baud (in onore del signor Baudot); 1 Baud = 1 bit al secondo (mentre CPS sta per caratteri al secondo, dove 1 carattere sono 8 bit, ovvero 1 byte; 1 CPS = 8 Baud).
Di norma ad ogni carattere viene aggiunto anche un bit per i controllo della parità, un artificio per la rilevazione di errori di trasmissione. La trasmissione seriale di un carattere avviene a partire dal bit meno significativo fino a quello più significativo, più il bit della parità. Nella trasmissione seriale asincrona viene aggiunto un bit di start ed uno o due bit di stop (via radio non esiste trasmissione seriale sincrona).
Il sistema di trasmissione numerico
Come già scriveva Escarpit nell'800 nella sua "Teoria della comunicazione" (anticipando e precorrendo di gran lunga tutte le moderne teorie), un sistema trasmissivo è composto dalle seguenti parti: sorgente, codificatore, modulatore, canale, demodulatore, decodificatore, utilizzatore. La sorgente e l'utilizzatore nel nostro caso sono ogni radioamatore che vuole ricevere od inviare dei messaggi.
Il codificatore trasforma il messaggio emesso dalla sorgente di informazione in un altro messaggio, sempre di tipo numerico e non necessariamente binario, aventi caratteristiche più confacenti al canale di trasmissione.
Si può dire che il codificatore sia contenuto all'interno del TNC
(Terminal Node Controller).
Il modulatore da origine ad un segnale idoneo ad essere trasmesso nel
canale trasmissivo che segue. Nel caso della normale trasmissione numerica
radioamatoriale il modulatore è in effetti composto da un doppio
modulatore: uno interno al TNC ed uno rappresentato dall'apparato
ricetrasmittente normalmente utilizzato per la trasmissione vocale.
Il segnale in uscita al canale trasmissivo dipende dal segnale in ingresso,
dal rumore e dalle interferenze che nello stesso canale si possono sovrapporre.
Ovviamente il canale utilizzato è quello radio, quello normalmente
utilizzato per le trasmissioni in fonia. L'unica modalità di impiego
possibile è quella half duplex (comunicazione unica bidirezionale:
un unico canale condiviso, a turno, da più operatori; no comunicazioni
bidirezionali simultanee).
Il demodulatore fornisce in uscita un messaggio identico a quello in
ingresso al modulatore, ad eccezione di alcuni caratteri che possono essere
diversi da quelli originali a causa della distorsione dovuta al canale
trasmissvo, del rumore, delle interferenze e da altre cause di deterioramento.
Come per il modulatore, questa parte è rappresentata da un doppio
demodulatore: l'apparato radio ricetrasmittente ed il demodulatore contenuto
all'interno del TNC.
Il decodificatore opera la trasformazione inversa al codificatore ed
offre all'utilizzatore il messaggio in ingresso al codificatore. Il TNC
stesso fornisce oltre alla codifica anche la decodifica del segnale. Tramite
il computer di stazione ci presenta quindi i messaggi leggibili.
La modulazione del segnale più comunemente usata e' un caso particolare
di modulazione di frequenza, esattamente AFSK (Audio Frequency
Shift
Keying). Il segnale digitale, trasformato dal TNC in toni audio,
modula in frequenza l'onda portante, incrementandola durante una metà
del periodo del segnale e diminuendola durante l'altra metà. Il
cambiamento della frequenza dell'onda portante, cioè la deviazione
di frequenza, è proporzionale istantaneamente all'ampiezza del segnale
modulante. In pratica il segnale in uscita dal TNC viene inviato all'ingresso
microfonico di un normale ricetrasmettitore radioamatoriale a modulazione
di frequenza (FM), se si usano le le VHF o le UHF; in HF il segnale AFSK
viene inviato all'ingresso micorofonico di un ricetrasmettitore
SSB
(Single Side Band, un caso particolare di AM o modulazione di ampiezza).
Modem e Standard
Il termine modem è formato dalle due parole modulatore
e demodulatore, per cui risulta chiaro quale sia il suo compito; nel nostro
caso ci riferiamo ad una delle funzioni caratteristiche del TNC,
che potremmo pure definire radiomodem. Per quanto riguarda lo standard
di comunicazione via modem, due sono le organizzazioni che se lo contendono;
sono il CCITT (Comitato Consultivo Internazionale Telegrafico e
Telefonico) (che ha emesso raccomandazioni come V.21, ecc.) e la
AT&T
(conosciuta per aver emesso gli standard Bell). E mentre queste
due organizzazioni si accordavano per la scelta di uno standard conume,
i costruttori di circuiti intergrati realizzavano una serie di chip dedicati
allo scopo, come il noto chip AM 7910, che realizza gli standard
Bell 103, V.21, Bell 202 e V.23. Lo standard Bell 202 predomina nel packet
radio in VHF ed UHF con velocità di 1200 Baud, mentre lo standard
Bell 103 viene utilizzato nelle bande HF con velocità di trasmissione
di 300 Baud.
Lo standard Bell 202 è stato definito per comunicazioni
half duplex, asincrone, binarie, con trasmissione seriale alla velocità
di 1200 Baud. Utilizza la modulazione AFSK con mark a 1200 Hz e
space a 2200 Hz; lo shift, come è facile colcolare, è
di 1000 Hz. Utilizza lo standard di interfaccia seriale RS-232.
Lo standard Bell 103 (che è in effetti una famiglia di
standard Bell 103/113) viene utilizzato in packet radio con queste prestazioni:
trasmissione asincrona, velocità 300 Baud, mark a 1070
Hz, space a 1270 Hz, shift di 200 Hz.
Cosa significa in pratica tutto ciò è presto detto: gli
stati logici 0 (mark) e 1 (space) per poter entrare nell'ingresso microfonico
di un ricetrasmettitore vengono convertiti in segnali audio; in HF lo 0
o mark diventa un segnale sinusoidale , una nota, cioè, di 1070
Hz di frequenza, mentre l'1 o space diventa una nota di 1270 Hz. Così
in VHF e UHF il mark, o stato logico 0, viene trasformato dal modem in
una nota di 1200 Hz e lo space, o stato logico 1, viene trasformato in
una nota di 2200 Hz.
Il modello ISO - OSI
Il sistema di trasmissione radio digitale a pacchetti o packet-radio
è ormai usato comunemente da più della metà dei radioamatori
di tutto il mondo, rappresenta un sistema assai efficace per il reperimento
e la disseminazione delle informazioni ed essendo tutt'ora a carattere
sperimentale è senz'altro un sistema formativo, oltre che informativo,
per l'attività del radioamatore
(il cui servizio la legge definisce come "servizio di istruzione individuale,
di intercomunicazione e di studi tecnico, effettuato da persone debitamente
autorizzate, che si interessano della tecnica della radioelettricità
a titolo esclusivamente personale e senza interesse pecuniario"). Tale
sistema ha bisogno di una efficiente rete dati che gestisca e trasporti
le informazioni.
All'esterno del mondo radioamatoriale esiste da parecchio il concetto
di rete dati, ed è stato anche regolamentato da vari organismi internazionali.
L'Organizzazione Internazionale per gli Standard (ISO)
sviluppò alla fine degli anni '70 il modello di riferimento OSI
(Open System Interconnection) per promuovere la compatibilità
nelle comunicazioni tra un'ampia varietà di sistemi. La struttura
di comunicazione è specificata in 7 distinti livelli, a partire
da quello più basso fino ad arrivare al più alto:
1 |
livello fisico |
physical layer |
2 |
livello di collegamento |
link layer |
3 |
livello di rete |
network layer |
4 |
livello di trasporto |
transport layer |
5 |
livello di sessione |
session layer |
6 |
livello di presentazione |
presentation layer |
7 |
livello di applicazione |
application layer |
In un collegamento in packet radio non tutti questi livelli vengono
utilizzati. Tra stazioni di radioamatore infatti vengono impiegati solo
i livelli 1 (fisico), 2 (di collegamento) e 6 (di presentazione). Qualora
i collegamenti venissero effettuati per tramite di altre stazioni o digipeater
possiamo considerare anche il livello 3 (di rete) ed il livello 4 (di trasporto).
La funzione del livello fisico è di inviare e di ricevere
bit e si occupa delle seguenti operazioni:
-
connessione fisica, permette trasmissioni duplex o half duplex
-
manipolazione dei bit nel caso di trasmissione seriale
-
identificazione del circuito
-
sequenziatore dei bit
-
notifica delle condizioni di errore
-
modulazione e demodulazione
-
trasmissione dei dati e segnali di scambio
-
caratterizzazione del mezzo di comunicazione (è questo l'unico livello
in cui si mantiene una connessione elettrica; nei livelli superiori sono
utilizzati solo connessioni logiche o virtuali)
La funzione del livello di collegamento è quella di raggruppare
i bit all'interno di blocchi o frames comunemente con il protocollo
HDLC
(ISO 3309). Questo livello realizza i seguenti servizi:
-
stabilisce e rilascia una o più connessioni
-
effettua lo scambio dei blocchi
-
ricompone la sequenza corretta dei blocchi ricevuti
-
notifica al livello superiore la comparsa di errori
-
controlla il flusso dei dati
-
identifica i punti collegati
La funzione del livello di rete è quella di organizzare
i dati all'interno dei pacchetti, ovvero blocchi con aggiunta di informazioni
per la rete. I servizi possono essere:
-
indirizzamento ed identificativi
-
realizzazione o rilascio della connessione di rete
-
trasmissione ed inoltro dei pacchetti
-
notifica al livello superiore la comparsa di errori
-
controllo del flusso
Il livello di trasporto organizza i dati in messaggi contenenti,
oltre ad un pacchetto, tutte le informazioni necessarie al livello stesso.
Si assicura che tutti i dati inviati siano ricevuti completamente e nella
sequenza corretta. Il livello svolge le seguenti funzioni:
-
trasmissione dei messaggi
-
multiplexing e demultiplexing: per suddividere una connessione di rete
tra due o più connessioni di trasporto
-
rilevamento degli errori
-
correzione degli errori
-
realizzazione o rilascio della connessione di trasporto
-
trasferimento dei dati
Il livello di sessione organizza i dati in unità di sessione
denominate SPDU (Session Protocol Data Units) ed ha i seguenti compiti:
-
gestione del dialogo
-
sincronizzazione del flusso di dati
-
gestione degli indirizzi degli utenti
-
disconnessioni di tipo gentile o brusco
-
memorizzazione dei dati fino al momento della spedizione. I servizi forniti
da questo livello si possono riassumere in 3 gruppi: creazione della connessione,
trasferimento di dati, rilascio della connessione.
Nel livello di presentazione è racchiusa la gestione del
terminale, che comprende le seguenti funzioni:
-
trasferimento di sintassi
-
codifica, decodifica e compattazione dei dati
-
interpretazione del set di caratteri (ASCII o altro)
-
conversioni di codice
Guardando dal punto di vista di una applicazione qualsiasi, il livello
di applicazione può essere considerato una finestra sul mondo
delle comunicazioni: è l'ultimo livello del sistema OSI. Le sue
funzioni si possono riassumere in questo modo:
-
login: riconoscimento degli utenti
-
controllo della password e/o delle autorizzazioni a utilizzare il sistema
di comunicazione
-
stabilisce l'adeguatezza delle risorse e la qualità del servizio
-
sincronizzazione tra programmi applicativi
-
selezione delle procedure di dialogo
-
controlla l'integrità dei dati
-
stabilisce alcune regole sulla correzione degli errori
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