I primi tentativi di rendere operativo un nodo digitale, che facesse da ponte (gateway) tra radio ed Internet utilizzando il protocollo VoIP, sono stati effettuati nel 2001; diversi radioamatori hanno collaborato mettendo in comune le loro specificità e le loro esperienze; sono state fatte diverse riunioni per mettere a punto questo e quello, cimentandosi non solo nella modifica delle radio o nella costruzione di schede ed interfacce (che sono poi lo specifico dei radioamatori), ma anche nella ricerca e nell'ottimizzazione di hardware e software, un campo di sperimentazione e di ricerca che, nuovo solo qualche anno fa, è diventato un'altra branca dell'interesse di quei radioamatori i quali, non rinnegando il passato, hanno trovato nell'informatica legata alla radio un nuovo campo per investigare, provare, sperimentare e fare ricerca.
All'inizio dell'estate del 2002 la stazione radio IK1XHT dell'Università di Torino ha installato con successo un link RF VoIP basato sul programma eQSO di MØZPD. Il software girava su un computer con processore Pentium 233 MHz con 160 MB RAM, scheda sonora Sound Blaster Creative AWE64 e scheda di rete 3Com3C905C. La radio utilizzata era un Kenwood TM-701 E, l'antenna una 5/8 installata sul tetto di Palazzo Nuovo, in cima al palo che sostiene i dipoli incrociati per le HF. L'interfaccia tra radio e computer era stata realizzata da Marco IW1BCW; prodigo di suggerimenti e consigli anche Pino IK1JNS.
Verso la fine di maggio del 2003 si decise di terminare la sperimentazione di eQSO e di iniziare quella con il programma di K1RFD, EchoLink. La differenza tra i due sistemi è abissale; utili e performanti tutti e due, il primo però non garantisce di poter bloccare intrusioni da parte di pirati o comunque di persone che non hanno i requisiti per utilizzare le bande dei radioamatori; non permette una comoda, puntuale ed efficace controllo ed assistenza da remoto da parte del manutentore di sistema; ha il vantaggio però di poter far affacciare a questo sistema anche gli SWL. Il secondo sistema è decisamente più comodo da gestire da remoto, ha un controllo totale sugli accessi indesiderati dal lato Rete, ha una serie di settaggi e di utilità che lo rendono più duttile e più configurabile; è decisamente più sicuro.
È stata fatta una sperimentazione serrata, provando tutti i settaggi che potevano essere settati (un particolare grazie a Corrado IK1YBM), mantenendo costantemente connesso alla conferenza Italia il sistema per poter scambiare impressioni e risultati in modo veloce e costante. Di grande aiuto ed utilità è stata la comunità mondiale dei radioamatori... segnalare tutti quelli che in un modo o nell'altro hanno contribuito alle varie migliorie del sistema sarebbe impossibile: è un vero peccato, perché con loro si è fatta la storia di questo sistema. Va comunque ricordato, ad onor del vero, che pionieri nel campo sono stati alcuni radioamatori della Sardegna.
Attualmente (estate 2012) il nodo EchoLink 111091, pur essendo libero alla sperimentazione di ogni singolo OM, è mantenuto costantemente connesso alla Conferenza ITA_LINK. Nel febbraio del 2004 veniva utilizzata la frequenza simplex di 431.000 MHz su RTX Kenwood TM 431-E; dal settembre 2007 viene usata la frequenza di 431.025 MHz con un TRX Icom IC-2725 ed interfaccia NOMIC, un personal computer con sistema operativo Windows XP, scheda sonora Creative a 16 bit.
Brevi note d'suo del nodo Echolink IK1XHT-L
Le istruzioni sotto riportate sono per chi, nell'area di acquisizione dell'antenna di IK1XHT (Torino e provincia), voglia sperimentare via radio la connessione con altri radioamatori situati in altre aree pertinenti ad altri nodi Echolink o a ripetitori connessi in rete ed utilizzanti il software EchoLink. Vedremo più avanti che sarà possibile, e come, chiamare IK1XHT-L da qualsiasi altra parte del mondo, eventualmente anche da PC, per connettersi ai radioamatori dell'area torinese che siano in ascolto a 431.025 MHz.
Condizioni indispensabili sono che l'RTX utilizzato abbia la scheda subtoni e la tastiera DTMF; l'adozione del sistema del subtono si è resa necessaria per evitare che rumori casuali o intenzionali vengano inviati dalla radio alla Rete ed alle stazioni eventualmente connesse, per poter tenere convenientemente aperto lo squelch del ricevitore ed aumentare la sensibilità dello stesso, per offrire un seppur piccolo sbarramento a disturbatori intenzionali od involontari, per permettere l'eventuale prossima coesistenza di altri sistemi sulla stessa frequenza.
Ci si pone su 431.025, si effettua qualche minuto di ascolto per sincerarsi che la frequenza sia libera o per sentire chi stia collegando che cosa, si setta il subtono della propria radio su 82.5 Hz e si interroga la stazione IK1XHT per sapere se è connessa e con chi: via DTMF si compone il numero 08. IK1XHT risponderà in buon inglese in due maniere: NOT CONNECTED se non è connesso con nessuna altra stazione remota; CONNECTED XYZ, dove XYZ indica il call della stazione di radioamatore remota con la quale IK1XHT è in connessione in quel momento.
Se il nodo IK1XHT risponde NOT CONNTCTED si può procedere a digitare sulla tastiera DTMF il numero di un nodo distale (ovviamente avendo avuto cura di controllare che la frequenza non sia in uso da altri per un QSO locale o per altri motivi).
Se il nodo IK1XHT risponde CONNECTED XYZ, significa che è attiva una connessione remota (dall'estate 2012, come scritto precedentemente, è attiva una connessione stabile con la Conferenza ITA_LINK, per sperimentare la realizzazione di una rete stabile di connessione con tutta Italia). Ci si presenta quindi nel QSO con il proprio call con i convenevoli di rito e magari si chiede chi c'è dall'altra parte; se XYZ è una stazione straniera è buona norma presentarsi in una lingua franca, cioé l'inglese.
Tra un passaggio e l'altro nel QSO non solo è buona norma ma è addirittura un obbligo aspettare almeno 4 o 5 secondi prima di riprendere a parlare; la connessione in rete non è né più lenta né più veloce della connessione via etere, ma (come è stato scritto in altra parte del portale) la voce che dalla radio passa in Rete, viene digitalizzata, protocollizzata e bufferizzata; a causa delle differenti vie che i vari pacchetti dello streaming audio possono prendere, e per evitare che parti di audio arrivino prima di altre, ci sono dei tempi di latenza dei pacchetti sulla Rete che possono portare a ricostruire parti dello streaming in tempi anche lunghi, e comunque differenti da luogo a luogo; occorre quindi rispettare dei tempi tecnici per evitare che altri non trovino il tempo necessario per poter eventualmente entrare nel QSO.
A questo punto, ricordando che le note DTMF non vengono propagate sulla Rete, che il sistema non è un ponte e quindi non occorre impostare nessuno shift, che quando si finisce un QSO bisogna ricordarsi di disattivare la connessione remota, che occorre sempre sincerarsi se qualcun altro sta utilizzando il sistema e che si è sempre ascoltati da qualcuno (non fosse altro che dai sysop), non resta che fare tesoro dei consigli dei vari corrispondenti con cui ci si metterà in contatto e ricordarsi che ai radioamatori è concesso l'uso delle varie bande per fare sperimentazione, per scambiarsi informazioni di carattere tecnico, per confrontare prove e risultati, per parlare alle volte anche in modo sciolto e fluente, ma di sicuro non per fare baccano, non per effettuare comunicazioni inutili, non per esprimersi in modo sciatto e volgare; per tutto ciò e per altro ancora esistono sistemi meno dispendiosi!
Il file di Help di EchoLink è unito al programma; chi vuole prenderne visione può fare click qui (versione per windows, il browser apre automaticamente il visualizzatore hh.exe).
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