LA TELEGRAFIA

La telegrafia (dal greco, scrittura a distanza) e', come sappiamo, un sistema di comunicazione destinato alla trasmissione a distanza di segnali che rappresentano, in codice, lettere, cifre e segni dellla scrittura. La telegrafia ha origini antichissime e puo' essere divisa in: acustica, ottica ed elettrica.

Lo storico greco DIODORO CRONO (IV sec. a.C.) racconta che con una catena formata da uomini urlanti, appostati su idonee alture, il re persiano DARIO I (522 - 486 a.C. figlio di ISTASPE, sotto di lui l'Impero conobbe la sua massima espansione dall'Indo al Danubio, fu poi sconfitto dai Greci a Maratona) trasmetteva le notizie dalla capitale alle province dell'Impero. Questo tipo di trasmissione era 30 volte piu' celere di quella effettuata tramite il tradizionale metodo dei corrieri. Nel "DE BELLO GALLICO", GIULIO CESARE (100 - 44 a.C.) scrive che i Galli, tramite le voce umana, riuscivano a mobilitare tutti i loro guerrieri in soli tre giorni. La telegrafia ottica si serviva del fuoco durante la notte, e del fumo o di specchi riflettenti durante il giorno. Nei poemi omerici spesso si accenna a tali sistemi di comunicazione. Il poeta tragico ESCHILO (525 - 456 a.C.) dsescrive abbastanza dettagliatamente questa cosa nell'"AGAMENNONE". Ci e' pure noto attraverso la BIBBIA come MOSE' guidasse gli Ebrei nella loro fuga dall'Egitto a mezzo di colonne di fuoco e fumo. Singolare ed originale e' pure il TELEGRAFO IDRAULICO descritto da ENEA IL TATTICO (IV sec. a.C.), macchina che gli storici ritengono inventata dai Cartaginesi. Tale apparato consisteva in due vasi cilindrici (uno trasmittente ed uno ricevente) perfettamente uguali e posizionati in due punti orograficamente elevati. Venivano riempiti d'acqua; al centro galleggiava un'asta verticale sulla quale erano tracciati segni convenzionali. Quando si doveva comunicare, si apriva un foro praticato alla base del vaso; si svuotava o si pompava acqua facendo emergere l'asta fino al punto desiderato. Le segnalazioni di inizio e fine trasmissione si facevano con sventolio di bandiere o con fiaccole.

In questo mondo di stranezze, particolare menzione merita il TELEGRAFO OTTICO ideato dal francese CLAUDE CHAPPE (1763 - 1805) insieme al fratello IGNACE. Il 22 maggio 1792 CHAPPE presento' la sua invenzione all'Assemblea Legislativa francese che in seguito la adotto' ufficialmente. Il primo telegramma trasmesso con tale sistema fu quello annunciante la vittoria di Conde' sugli austriaci il 30 novembre 1794. All'epoca molti stati europei installarono su tutto il proprio territorio le linee telegrafiche CHAPPE. Le segnalazioni si fondavano sulle diverse posizioni che potevano assumere tre regoli di legno tra loro articolati, dei quali quello centrale (regolatore) era piu' lungo degli altri due (indicatori o ali) e poteva ruotare sulla sommita' di un albero verticale fisso. I due regoli laterali potevano descrivere attorno al perno centrale un'intera circonferenza, con sopstamenti di 45 gradi. Con le diverse posizioni che venivano assunte dai regoli, si potevano trasmettere circa 8500 parole incluse in un vocabolario generale di 92 pagine, ciascuna con 92 parole. Si richiedevano quindi due sole segnalazioni per ogni parola: la prima per indicare la pagina del vocabolario e la seconda il numero d'ordine della parola!

La conoscenza dellla corrente elettrica, l'invenzione della pila da parte di ALESSANDRO VOLTA (1745 - 1827) e gli studi si ANDRE' MARIE AMPERE (1775 - 1836) rivoluzionarono i sistemi di trasmissione telegrafica. I primi circuiti telegrafici erano bifilari, con segnali rivelati all'arrivo da un galvanometro. Successivamente il sistema fu ridotto ad un solo filo di collegamento, poiche' il circuito fu fatto chiudere a mezzo terra. Si deve all'inventore e pittore statunitense SAMUEL FINLEY BREESE MORSE (1791 - 1872) la realizzazione dell'idea del telegrafo elettrico, giacche' altri vi stavano lavorando: il TELEGRAFO MORSE e' infatti il piu' antico tra i sistemi telegrafici elettrici. Morse visito' l'Italia nel 1830 e dipinse parecchi quadri durante il suo soggiorno italiano; fu poi costretto a lasciare Roma nel 1831a causa dei moti rivoluzionari nello Stato Pontificio. Cosi' torno' in America nel 1832 a bordo del "Sully": durante quella traversata comincio' a pensare all'idea di usare l'elettromagnetismo per la telegrafia. Nel suo studio alla New York University lavoro' incessantemente alla telegrafia per sei anni. Il brevetto del telegrafo Morse risale al 1838, proprio l'anno in cui dipinse le sue due ultime tele. Il suo dispositivo telegrafico ricevente era costruito su un telaio da pittore; una carica da orologio faceva muovere una striscia di carta (zona) sotto ad un pennino. Questo ricevitore telegrafico siffatto e' in mostra allo Smithsonian Institution presso il National Museum of American History a Washington, DC. Un altro degli esemplari piu' antichi esistenti al mondo e' custodito presso il Museo Storico P.T. di Roma-Prati, inaugurato il 20 dicembre 1959: proviene dall'ex Stato Pontificio ed era usato per il servizio fra Roma e Terracina, inaugurato nel settembre del 1853. Il 24 maggio 1844 Morse invio' il suo famoso primo messaggio, il versetto della Bibbia tratto da Numeri, 23:23 ...quel che l'opera di Dio compie , attraverso il suo telegrafo dal Palazzo del Campidoglio in Washington, DC al Quartier Generale delle Ferrovie B&O in Baltimora, MD (ora sede del B&O Railroad Museum). Fu commssionato all'artista italiano Costantino Brumidi di dipingere uno dei piu' famosi locali della costruzione, La Rotonda. Qualsiasi turista che visiti il Campidoglio puo' osservare l'affresco del Brumidi sul quale il pittore lavoro' per ben 11 mesi: la figura centrale dell'affresco e' proprio Samuel Finley Breese Morse!

Il telegrafo ad ago WHEATSTONE e' una derivazione ed applicazione dell'apparecchio telegrafico ideato da AMPERE nel 1820. In esso la corrente erogata da una pila VOLTA raggiungeva l'estremita' di un ago calamitato provocando in questo delle oscillazioni. Nei primissimi apparecchi di tale tipo il numero di conduttori metallici e degli aghi equivaleva a quello delle lettere dell'alfabeto: si puo' capire come l'utilizzazione risultasse parecchio complicata. A questo inconveniene ovviarono STEINEL e WHEATSTONE usando pile a corrente continua ed apparecchi elettromagnetici; l'applicazione della elettrocalamita spetta proprio al fisico inglese CHARLES WHEATSTONE (1802 - 1875) - prorpio colui che invento' lo strumento per la misurazione della resistenza elettrica.

Possiamo peraltro supporre che due secoli prima altri avesse pensato di servirsi di aghi calamitati per effettuare comunicazioni a distanza, altrimenti il matematico e filosofo GALILEO GALILEI (1564 - 1642) non avrebbe inserito nei suoi "DIALOGHI", e precisamente in quello tra Sagreto e Simplicio, l'episodio di quel tale che voleva vendere al Sagreto la formula di un sistema "per poter parlare per via di certa simpatia di aghi calamitati ad uno che fosse lontano due o tre miglia"; richiesto pero' dall'interpellato di darne una prova tangibile seduta stante, utilizzando due stanze della casa in cui si svolgeva il colloquio, egli obietto' che lo spazio era ivi troppo angusto per poter fornire tale prova.

In Italia l'istituzione della telegrafia elettrica risale al 1847, con apparati BREGUET, nel Granducato di Toscana. Nel Regno delle Due Sicilie l'istituzione di un sistema telegrafico CHAPPE risalirebbe al 1802: lo scrive lo storico Pietro Colletta nella "Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825", pubblicata postuna nel 1835. Si deve ad EDUARD HUGHES, presentato in America nel 1855, la realizzazione di un apparato capace di stampare le lettere componenti i dispacci facendo avanzare la carta verso la ruota dei tipi in modo che il tipo di ogni singola lettera si venga a trovare esattametne davanti alla carta (il sistema ricorda quello delle antiche macchine da scrivere a tamburo). L'invio della corrente in modo tempestivo per lo sganciamento del congegno stampante avviene per mezzo di un trasmettitore a quadrante; il flusso della corrente e' determinato da una tastiera che va azionata in sincronia con il movimeto di un carrello, la cui funzione e' quella di avvicinare i tipi al congegno stampante. L'apparato multiplo stampante di HENRY AUGUSTUS ROWLAND (1848 - 1901, perfeziono' tra l'altro i reticoli di diffrazione e costrui' uno spettroscopio di altissima precisione) venne attivato tra Roma e Napoli nel 1904. Esso si basa sulla utilizzazione della corrente alternata persistente con frequenza di 60 periodi al secondo. La formazione del segnale e' ottenuta mediante la conversione di due semionde non consecutive delle 11 assegnate ad ogni settore. Dato che ciascuna delle due stazioni (quella trasmittente e quella ricevente) disponeva di quattro settori, era possibile inoltrare contemporaneamente otto dspacci.

L'ingegnere francese JEAN-EMILE BAUDOT (1845 - 1903), impiegato alla Amministrazione Telegrafica Francese, si propose di ottenere molteplici trasmissioni con caratteri telegrafici; dovette superare molte difficolta', specialmente per eliminare errori di tempo tra fase di trasmissione e fase di ricezione: i suoi studi durarorno alcuni anni e solo nel 1875 fu in grado di far funzionare con risultati soddisfacenti un apparato ricevente, nel quale le unita' di tempo necessarie per produrre la stampa di qualsiasi lettera dell'alfabeto furono ridotte a 5 mediante l'utilizzazione delle combinazioni che se ne potevano fare (nel precedente apparato di HUGHES le unita' di tempo erano 28!). Nell'alfabeto (non codice) BAUDOT i segnali che compongono le lettere differiscono tra loro non solo per la lunghezza ma anche per la relativa posizione. I segnali emessi possono far funzionare in ogni apparato ricevente 5 elettromagneti: ogni emissione di segnale che occupa una sola unita' fa funzionare un solo elettromagnete; se occupa due unita' ne fa funzionare due consecutivi, ecc. fino a cinque lunghgezze. La trasmissione si effettuava per mezzo di cinque tasti tipo pianoforte, che si abbassano in cadenza con un metronomo. Il sistema BAUDOT adottato in Italia era a due o quattro trasmissioni, a seconda della importanza della linea.

Il PANTELEGRAFO CASELLI risolve mirabilmente, nel campo degli apparecchi telegrafici elettrochimici, un problema che era gia' stato affronatato dagli inglesi BAIN e BACKWELL verso al fine della prima meta' del secolo scorso. Nel 1846 BAIN era riuscito a riprodurre elettrochimicamente dei segnali convenzionali grafici usando carta imbevuta di ferrocianuro di potassio. L'idea di BAIN fu ripresa piu' tardi da BACKWELL che riusci' a superarla, trassmettendo degli scritti piuttosto che segni convenzionali. Sia i tentativi di BAIN che quelli di BACKWELL si dimostrarono pero' nella pratica insufficienti; la ricezione ottenuta con il metodo BACKWELL era infatti difettosa ed il sincronismo tra trasmittente e ricevente era, a dir poco, approssimativo. Fu CASELLI a superarli in pieno con il suo PANTELEGRAFO o TELEGRAFO UNIVERSALE. Interessantissime sono le notizie storiche su CASELLI. GIOVANNI CASELLI nacque a Siena nel 1815; era uno studioso dedito alla letteratura ed alle scienze. Dal 1841 al 1849 fu a Modena come istruttore dei figli del Marchese di San Vitale, ma avendo parteciapto ai moti per l'annessione del Ducato di Modena al Piemonte fu esplulso da Ducato. Tutto il denaro che aveva messo da parte durante il periodo modenese lo spese poi per condurre le esperienze che sfociarono nel PANTELEGRAFO; tali esperienze ebbero inizio nel 1855 e, nella loro fase conclusiva, si svolsero a Parigi ove CASELLI ebbe vari contatti con Napoleone III, suo ammiratore entusiasta. Mediante l'appoggio dell'imperatore, CASELLI pote' disporre, per ulteriori prove e collaudi, dell'intera rete francese. La prima invenzione venne brevettata nel 1861. Nel 1865 il PANTELEGRAFO inizio' il suo servizio pubblico fra Parigi e Lione, servizio che cesso' nel 1870 in seguito alla disfatta di Sedan, quando gia' erano in progetto delle nuove linee. All'epoca in cui il PANTELEGRAFO funzionava regolarmente tra Parigi e Lione, Napoleone, dopo aver invano proposto a CASELLI la cittadinanza francese per consentirgli di accedere alle funzioni di ispettore generale e coordinatore dei servizi telegrafici francesi, lo insigni' della Legione d'Onore. Il PANTELEGRAFO funziono' anche tra Londra e Liverpool per una serie di esperienze che avrebbero dovuto condurre alla istituzione di un servizio pubblico; scopo che venne pero' frustrato dalla crisi economica che sconvolse l'Inghilterra nel 1864 e che colpi' duramente la Financial Society con la quale CASELLI aveva preso accordi definitivi. Anche la Russia si interesso' al PANTELEGRAFO, ma anziche' usarlo per un servizio pubblico, lo utilizzo' per uno scambio di messaggi tra le due residenze imperiali di San Pietroburgo e Mosca.

Si devono a CASELLI varie invenzioni, tra cui una torpedine marina comandata elettricamente che, quando non colpiva il bersaglio, tornava automaticamente al punto di lancio; una pressa idraulica ed uno strumento per la misurazione della velocita' delle locomotive. CASELLI mori' a Firenze nel 1891.

Nel centenario dell'invenzione della radio, IK1QLD, Angelo Brunero.


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